#SpazioTalk, Gianni Savio: “Cercherò di traghettare la squadra verso il 2024. Possibilità di esserci? 50%”
Sono giorni intensi per Gianni Savio. Il padrone della Drone Hopper Androni Giocattoli sta cercando freneticamente di trovare un nuovo main sponsor, dopo le difficoltà di Drone Hopper che hanno impedito di fare richiesta per l’iscrizione alla categoria Professional nella stagione 2023. Il team manager si sta quindi guardando intorno per trovare altri nomi in grado di dare continuità al progetto, magari nella categoria Continental. Intervistato da SpazioCiclismo, Gianni Savio parla della situazione attuale del team. Una parte della telefonata è ascoltabile nel podcast settimanale di SpazioCiclismo, SpazioTalk.
Cos’è successo con Drone Hopper?
Io e Marco Bellini siamo rimasti totalmente spiazzati dalla posizione della Drone Hopper. È una start up, ma il fatto stesso di aver ricevuto la licenza dall’Uci significa che tutta la documentazione era corretta. Il contratto depositato all’Uci è per quattro anni. Non sono dei filibustieri, sono persone a modo che sono state superficiali. Hanno fatto il passo più lungo della gamba. Loro hanno un grande progetto. Quando decolla, hanno ottimi margini di contribuzione, che consentirà di sviluppare una promozione pubblicitaria. Il problema è che tutto questo aspetto, sinora solo teorico, è andato a cozzare con il pratico. Non ci pagano da mesi.
Siete riusciti a pagare gli stipendi?
Io e Marco Bellini abbiamo fatto i salti mortali e riusciamo a chiudere questa stagione grazie a Pino Buda (patron della Sidermec, ndr). Non dimentichiamo che abbiamo ceduto il contratto di due corridori per noi molto importanti: Jefferson Cepeda e soprattutto Andrea Piccolo. Li abbiamo dovuti dare via a luglio. Ma o cedevamo i contratti, ricevendo il premio di valorizzazione, oppure non pagavamo gli stipendi. Ovviamente abbiamo scelto di incamerare il premio di valorizzazione. Il giorno dopo averlo ricevuto, lo abbiamo usato per pagare tutti gli stipendi. Ci siamo trovati completamente spiazzati.
Ci sono possibilità di veder continuare il progetto con Drone Hopper, magari ridimensionato?
Abbiamo stabilito che non avremmo assolutamente continuato con la Drone Hopper senza garanzie precise. La fideiussione per quest’anno è di 300mila euro. Ma se non ci sono fondi… Loro hanno assicurato che a marzo o aprile dell’anno prossimo la situazione sarà risolta. Qualcuno pensa che sia la Drone Hopper a non voler continuare con noi, ma è il contrario. Siamo noi a non voler continuare in queste condizioni. Abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità, e forse ancora di più. Li abbiamo aiutati e li stiamo ancora aiutando. In questi casi si potrebbe passare a un decreto ingiuntivo. Ma noi non intendiamo farli fallire, sono una start up, iniziano ora.
Pensare a un nuovo main sponsor per rimanere nel ProTour è stato impossibile?
Ci siamo mossi per vedere di sostituire il main sponsor, che è come le fondamenta di una casa. Però non ci siamo riusciti. Dirigo squadre da oltre trent’anni, non è mai stato facile trovare uno sponsor. In questo momento è particolarmente difficile: la pandemia, la guerra, la crisi dell’energia, con tutti gli annessi e i connessi, portano i responsabili di aziende a pensarci molto bene prima di effettuare investimenti così importanti.
Qual è quindi il destino della squadra?
Vista la realtà dei fatti, abbiamo deciso di cercare di traghettare la squadra dal 2022 al 2024. Rinunciamo a una Professional, che ha costi sicuramente superiori. Piuttosto che fare una squadra limitata, è meglio avere il coraggio di dire: “Puntiamo su una Continental”. Ma con due premesse fondamentali: dev’essere una Continental con un progetto valido, ovvero lanciare dei giovani promettenti. E poi questo non deve comportare più nessun rischio. Né io né Marco Bellini intendiamo ripetere una stagione come questa. Ripeto, finora sono stati tutti pagati. Però è stato uno stress continuo.
Come valuteresti la stagione del team, in termini sportivi?
Considero soddisfacente il bilancio della nostra squadra. Abbiamo vinto sei corse, di cui una in Italia, la tappa regina dell’Adriatica Ionica Race con Tesfatsion sul Monte Grappa. Comunque sia, abbiamo ottenuto sei vittorie. Poi al Giro d’Italia abbiamo portato due corridori sul podio finale, con le classifiche speciali: Bais e Tagliani, nei chilometri in fuga e nei traguardi volanti. Non dobbiamo dimenticare che siamo una Professional e questi risultati per una Professional sono un bilancio sufficiente. E al Giro non avevamo i due corridori di maggior spicco: Jhonathan Restrepo ed Eduard Grosu. Entrambi hanno poi vinto nella stagione, avrebbero sicuramente potuto fare qualcosa di valido.
Che prospettive ci sono per il futuro?
Sono abituato a lottare contro le avversità, finora ne ho affrontate parecchie e le ho sempre superate. Nel 2014 c’era stata la defezione del Venezuela: intervenne Buda e ci salvò, risolvendo la questione. Anche in questo caso il contratto c’è ed è depositato. Però in quel caso mettersi a far causa a un governo sarebbe stato problematico.
Ci sono dei discorsi concreti in atto?
Abbiamo avuto delle trattative. Venuti a conoscenza della situazione, i dirigenti di due squadre straniere Continental mi hanno contattato. Ho sempre detto che si tratta di valutare un progetto interessante. Lo stiamo facendo. Sono giorni cruciali, entro la prossima settimana prenderemo una decisione. Non è facile neanche allestire una squadra Continental, se lo si vuole fare con criteri adeguati.
Possibilità di vedervi in gruppo nel 2023?
Al momento non ho nessuna certezza. Nel caso, sarebbe un progetto basato sui giovani. Dover lasciare mi costerebbe molto, non a caso sto lavorando a tutta per riuscire a trovare una soluzione. Soprattutto, riuscire a traghettare verso il 2024. Abbiamo una struttura organizzativa e logistica, abbiamo un motorhome, un camion. Vorremmo continuare. Poi però bisogna essere realisti. Io sono un ottimista di natura e continuo a esserlo anche in questo momento. Se vogliamo fare una previsione, posso dire 50-50. Non sarebbe facile riuscire nell’operazione di traghettare al 2024. Per farlo intendo avere garanzie precise. Senza di quelle non intendo iniziare. Sto valutando le garanzie che mi sono state prospettate. Spero di avere a breve una notizia, per cui ci conto.
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